martedì 3 aprile 2012

Ilenia Romano, una ballerina dal sapore siciliano



Ilenia Romano è una ballerina della Compagnia Zappalà Danza, l’ho vista ballare qualche giorno fa in Silent as… e mi ha emozionato. Una presenza scenica da fare invidia a chiunque, forte,  elegante, ma soprattutto energica.
E su di lei ho un aneddoto ben preciso da raccontare. Eravamo poco più che bambine quando in un gruppo di chiesa ci siamo improvvisate coreografe. Un giorno siamo rimaste io e lei da sole e ci confrontavamo i piedi e lei mi disse “guarda il mio, è da ballerina!”. Guardai il mio e capii che lei avrebbe fatto molta più strada di me. E infatti dopo il diploma delle scuole superiori dalla Sicilia si è trasferita a Roma e si è diplomata all’Accademia Nazionale di danza. Ma ha fatto molto di più. La sua forte passione, la sua determinazione l'hanno portata ad essere solista nelle coreografie di Adriana Boriello  e a far parte de “La Compagnia dell’Accademia Nazionale di danza” sotto l’egida di Pina Bausch, dove danza in coreografie di Jacopo Godani, Robyn Orlin, Ismael Ivo, Wayne McGregor.
Ed a lei che ho l’affettuoso piacere di porre la mia intervista.

Ilenia, hai già alle spalle un curriculum di tutto rispetto, hai interpretato tantissime coreografie, ma vorrei sapere da te se ce n’è una che danzando ti ha emozionato più di altre e perché.
Non esiste una coreografia che mi ha emozionato più di altre. Forse il contesto ha determinato uno stato di tensione più o meno alto prima di iniziare a danzare, ma l’Emozione è ben altra cosa. Ogni pezzo che ho interpretato mi ha aperto un mondo ogni volta diverso dunque emozioni dai colori e dalle sfumature sempre nuovi. Se non mi emozionassi ad ogni debutto o replica di spettacolo smetterei di danzare perché a quel punto non avrei niente da trasmettere al pubblico se non un semplice movimento meccanico.

Hai danzato per tanti coreografi, anche di fama mondiale, mi sapresti dire quale insegnamento morale hai tratto da ciascuno di essi?
Ho ricevuto due grandi insegnamenti da TUTTI i coreografi con cui ho lavorato: l’onestà e la generosità… Nel comunicare, nella creatività, nel condividere prove e scena con altri, nel danzare… e provo a ricercare questi modi di essere anche nella vita non illuminata da riflettori.

Qual è stato il momento più difficile della tua carriera?
Il momento più difficile che mi viene subito in mente riguarda il mio rapporto con un coreografo con cui ho lavorato anni fa: mi sottoponeva quotidianamente a una pressione fisica e psicologica enorme… e sostenerla ogni giorno per interi mesi non è stato semplice. Oggi in cuor mio ringrazio questo coreografo e spero di reincontrarlo un giorno per farlo personalmente… allora ero agli inizi e questa esperienza mi ha reso estremamente forte e determinata, pronta ad affrontare tutto ciò che è giunto dopo.

Ti ho vista ballare in Silent as…mentre balli quali sensazioni vorresti trasmettere al tuo pubblico?
Non parto mai dalla volontà di trasmettere qualcosa in particolare al pubblico. Se premeditassi rischierei di essere falsa nella mia danza e nella mia interpretazione. Mi lascio ispirare dalle tematiche che il coreografo ha proposto, dai suoi spunti e mi rendo canale di comunicazione… vivo il momento, rinnovandolo ogni volta. Lascio trasparire semplicemente ciò che scuote o accarezza la mia sensibilità e spero che ciò che provo arrivi almeno a una persona del pubblico. 

Quali sono i tuoi sogni per il futuro?
I miei sogni? Li tengo ben chiusi in un cassetto. Ora mi vivo fino in fondo ciò che ho… ed è quello che ho sempre sognato.






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