domenica 29 aprile 2012

Steptext dance project. The drift.






Ho letto ultimamente "Nel mare ci sono i coccodrilli" di Fabio Geda che racconta la storia di un pakistano giunto in Italia attraversando monti e mari. E parecchie volte passo davanti a quel villaggio nella statale 117 che ospita gli immigrati. Quelli che sono rimasti vivi dalla traversata con un gommone. La scorsa settimana ero a mare ed è venuto un indiano per vendermi accessori e mi ha raccontato che ha due figli e una moglie in India e lui è venuto in Italia in cerca di fortuna.
Tutte le volte guardo i loro occhi e vedo un mare di speranza, immersa in un oceano di terrore. Penso a quanta paura devono aver avuto in quelle ore notturne , soli, seppur schiacciati l'uno contro l'altro, in un mare nero, in un cielo nero, sperando di intravedere quanto prima la terraferma, pregando il loro dio di arrivare vivi. Donne incinte, bambini e uomini.


Ieri durante lo spettacolo The drift della compagnia Steptext dance project con coreografie di Helge Letonja, secondo lavoro della trilogia DisPLACING Future, che si è tenuto presso Scenario Pubblico a Catania, ho avuto la sensazione di stare in quell'oceano che era il protagonista assoluto. Oceano che divide e che unisce popoli. Oceano con spirali e turbolenze. Oceano che regala speranza, ma anche morte.
Bravissimi i cinque interpreti, portatori ciascuno della loro narrazione, del loro racconto di paura e morte. Ognuno di loro lottava per la sopravvivenza, lottava con la forza brutale della morte che ti vuole ad ogni costo risucchiato in quelle acque.
Un lavoro ben preciso, chiaro e riflessivo quello di Helge Letonja e senza dubbio attuale.







giovedì 26 aprile 2012

25 Aprile






Con l'Etna sullo sfondo in una campagna di una cooperativa e con il sole che mi ha ustionato ieri ho trascorso così il 25 aprile. Circondata dai miei affetti e da tantissima gente allegra in questo posto dove l'arte era la protagonista. Una festa organizzata dall'associazione Nati a sud dove ci sono state lezioni di Taranta, pittori che dipingevano, e tanta musica live!
E la sera come vi avevo annunciato mi sono recata al teatro dove avrei voluto vedere Delikatessen di Enrico Musmeci, ma ho trovato il teatro chiuso. Dispiaciuta, ma anche un bel pò arrabbiata ho scritto al coreografo chiedendo spiegazioni della mancata disdetta. Prontamente e gentilmente mi ha risposto invitandomi personalmente allo spettacolo che è stato rinviato il 17 maggio. Perdonato!!!!





mercoledì 25 aprile 2012

Relax

Bellissima la giornata di ieri. Finalmente abbiamo aperto le porte all'estate. Siamo stati tutto il giorno a mare, in spiaggia la mattina, sugli scogli il pomeriggio intervallati da un pranzetto sul mare...
Questo sì che è relax!
E per oggi è prevista un altra giornata rilassante, ma nel verde dei prati. E se faccio in tempo (spero di sì) stasera vado a vedere Delikatessen, coreografia di Enrico Musmeci.
Buon 25 aprile a tutti!

venerdì 20 aprile 2012

Pittorika(mente) coinvolgente!


Arrivata dentro la sala del teatro Metropolitan mi è sembrato di essere ad una festa privata! La gente urlava "ma il tuo posto dov'è? E lo zio?" "ciao, ma ci sei anche tu?". 
Non c'erano maschere.
Forse erano poche, forse non le ho viste...Non ho mai visto un teatro senza maschere e infatti ho dovuto fare un pò di scale, su e giù, per trovare il mio posto, ma magari sono io imbranata!

Ma veniamo a noi.

Voglio riportare un commento, ad una mia provocazione sulla bravura del coreografo Claudio Mantegna, che mi ha scritto un ragazzo, Giulio, "...Claudio Mantegna è l'eccezione che conferma la regola: è un vero genio, che riesce sempre a creare delle vere e proprie innovazioni, non cadendo mai nello scontato. In ogni caso consiglio caldamente di andare a vedere lo spettacolo e, ne sono certo, rimarrete senza fiato".
Non aveva torto. Claudio Mantegna è molto bravo. Il risultato finale dello spettacolo è più che buono.
La rappresentazione in danza di opere pittoriche è un'idea assolutamente originale e non semplice.
È stato come entrare in un museo e su splendide musiche, meravigliosamente adeguate ad ogni rappresentazione, vedere i quadri prendere forma umana e raccontare la loro storia.
Il Bacio di Klimt, L'urlo di Munch, La pietà di Carracci, La deposizione nel sepolcro di Caravaggio, la Gioconda di Leonardo da Vinci, sono solo alcuni dei quadri che Claudio Mantegna ha rappresentato in danza.

La buona riuscita dello spettacolo è stata data dall'insieme di tutti gli elementi.
Le luci curate da Claudio Mantegna sono eccellenti. Un uso dei colori e delle loro posizioni davvero unico. Ne ho visti di spettacoli, ma mai con un uso cos
ì curato delle luci.
Perfette e suggestive.
Gli abiti richiamavano perfettamente i quadri.
Le scenografie di Aldo De Lorenzo puntualmente riportavano lo spettatore alla storia del quadro.
Originali i pannelli mobili che diventavano quinte da cui comparivano e scomparivano i ballerini, dando un effetto di magia!
Bellissimi i testi di Andrea dell'Arpa magistralmente interpretati dalla voce di Chiara Fabiane.
Uno spettacolo veramente curato nei minimi particolari e d'altra parte dietro le quinte c'
è uno staff di circa venticinque addetti e undici ballerini.
Buona anche la preparazione di questi ultimi.
Ma dopo tutti questi complimenti devo fare la parte della cattiva e dire ci
ò che non ho apprezzato.
Le coreografie. Belle, coinvolgenti, semplici. Troppo semplici, poca ricerca coreografica, avrei preferito che il tempo di alcune musiche fosse raddoppiato nei movimenti piuttosto che dimezzato, ma questo
è un mio gusto personale. Ma unico e vero grande difetto: troppi, troppi, ma davvero troppi developpè!
Al di là di questa piccolissima e puntigliosa critica, lo spettacolo è stato molto bello (forse un pò lungo, due ore!), consiglierei a tutti di andarlo a vedere!
Se si considera inoltre che è una compagnia emergente allora è veramente meritevole anche della standing ovation finale, anche se io non mi sono alzata...
Prossimo spettacolo il 24 Aprile a Palermo. E in data da definirsi sarà a Roma.



domenica 15 aprile 2012

OdetteOdile Investigations




Per la prima volta sono andata a teatro da sola. Non è poi cosí terribile come temevo!
Sono andata a vedere OdetteOdile Investigations.
La "trama" dello spettacolo l'ho già raccontata qui, in questo post non mi resta che scrivere le mie impressioni.
L'estro del coreografo Enzo Cosimi è innegabile. Ha curato coreografia, regia e scenografia. Ho apprezzato la scelta variegata delle ragazzine che interpretavano i cigni, selezionate tra quattro scuole di Catania. Alte, basse, grasse e magre. Tanti cigni imperfettamente contemporanei. Le due protagoniste, Odette, esile, pelle chiarissima, delicata, si contrapponeva alla più 'robusta' Odile, forte, pittata di nero, a tratti isterica nei suoi assoli. Le due donne si avvicinano, si amalgamano, uguali, opposte, parallele, vicine e lontane. Si separano per poi fondersi alla fine dello spettacolo. Presente in scena dall'inizio alla fine Enzo Cosimi. La danza si alternava a proiezioni video su un telo.
Personalmente sono rimasta un pò insoddisfatta dello spettacolo. Colpita dai particolari, delusa dall'insieme. E credo di non essere stata l'unica a pensarla così. Pochi applausi, stentati. Un solo saluto. Una sola uscita, con applausi forzati. Dovrò forse vedere Calore, la sua produzione di maggior successo per rianimarmi di buona voglia di seguire Cosimi?

Tornata a casa ho trovato i bimbi che dormivano come due angioletti...questo sì che è spettacolo!






giovedì 12 aprile 2012

Aspettando...Pittorika, dipinti in movimento




Il 19 Aprile al teatro Metropolitan di Catania andrò a vedere Pittorika, dipinti in movimento. Niente di nuovo, nel senso che il suo debutto è stato lo scorso anno. È una novità per me e ho tutte le buone intenzioni di andarci proprio perchè animata da un po’ di scetticismo. Mi spiego. Coreografia, regia e scenografia di Claudio Mantegna, un giovane trentenne che da quello che ho letto è più che un artista. Il suo curriculum riporta quanto segue:
Laureato in Scenografia, studia solfeggio, pianoforte e canto per proseguire poi come arrangiatore vocale e strumentale, direttore corale, compositore di testi e musiche.
Dai tappeti della ginnastica artistica passa al parquet delle sale di danza, e dall
unione di queste sviluppa un proprio stile coreografico dove la fluidità del corpo del danzatore si fonde alle geometrie dellacrobata, creazioni dal forte impatto emotivo e visivo.

E’ anche fotografo.



Cos'è che non sa fare? Ma non è che quando si fanno troppe cose poi si fanno male? Ecco spiegato il mio scetticismo. Fondato solo su un mio pregiudizio, o sulla mia invidia?


Pittorika, dipinti in movimento nasce da un'idea molto interessante e senza dubbio originale in cui i dipinti, bidimensionali, acquisiscono la terza dimensione, prendono forma attraverso i corpi dei danzatori. Incorniciati da videoproiezioni e animazioni attentamente studiate, danno vita, con i loro corpi, ai protagonisti e alle forme di tele, tavole e affreschi, cercando di interpretare e reinterpretare il pensiero dellautore e dei soggetti.
Dalla sensualit
à de "Il bacio" di Klimt ai naufraghi de "La zattera della Medusa" di Jean Louis Thèodore Gèricault (la cui coreografia è gi stata vincitrice del Premio SIAE per la danza 2009) dal cubismo di "Guernica" di Picasso al realismo de "Il canto degli angeli" di Adolphe William Bouguereau, dallo sguardo angosciante de "Lurlo" di Edvard Munch a quello enigmatico della "Gioconda" di Leonardo Da Vinci.

Vi rimando al video de La zattera della Medusa, vincitore del premio Siae 2009 così potete farvi un’idea.
Sicuramente posso dare il merito a Claudio Mantegna di aver creato una compagnia, la BlueVerse dance compny e uno spazio dedicato alle arti. Di questi posti ce n'è sempre bisogno. Per quanto riguarda la coreografia, regia e scenografia giudicherò dopo aver visto lo spettacolo.











martedì 10 aprile 2012

Teatro Comunale di Ferrara



Durante questi giorni di festa, in cui ho anche battezzato la mia piccola, tra parenti, cibo e riflessioni ho trovato un po’ di tempo anche per me e per il blog. Ho sbirciato tra le varie programmazioni dei teatri e mi sono imbattuta nel Teatro comunale di Ferrara che, come ogni anno, pone sempre la giusta attenzione alla danza, proponendo un moderato equilibrio tra i vari amatori.
Si è infatti appena conclusa la stagione danza con Giselle del Balletto accademico di stato di San Pietroburgo fondato da Leonid Jacobson. Ma da Ottobre si sono susseguiti altri dieci spettacoli:

Eclips - compagnia teshigawara/karas
Traviata - compagnia Artemis danza Monica Casadei
Boxe boxe - compagnia käfig
Nei volti - compagnia Virgilio sieni
Atlante del bianco - Damasco corner Virgilio sieni
Coppelia - junior balletto di Toscana
Sideways Rain - guilherme Botelho – Alias
Romeo Et Juliette - Malandain/Ballet Biarritz
Calore - Compagnia Enzo Cosimi
Odetteodile Investigations - Compagnia Enzo Cosimi

Ma come se non bastasse, oltre a questa programmazione che spazia dalla classica alla contemporanea, in cartellone troviamo anche Fuoristrada, ossia nuove proposte di compagnie emergenti.
Soddisfacente questa programmazione. Aspetto la nuova stagione e magari qualche viaggetto verso la mia vecchia cara Bologna potrebbe portarmi alla vicina Ferrara per vedere qualche spettacolo.

venerdì 6 aprile 2012

Intervista a Virgilio Pitzalis




Sono certa che con questo post renderò felici molti allievi che lo seguono  costantemente e  che a lui devono un grazie per la loro formazione. Perché una lezione con lui non è solo tecnica, non è solo jazz, non è solo modern. È una lezione senz’altro di buon umore, molto ben mescolato alla passione della danza inscindibile però dalla tecnica. È una lezione dove ballare senza trasporto è praticamente impossibile. Le sue lezioni non sono mai meccaniche, nella sua brillante allegria c’è infatti la dovuta “severità” di chi pretende il massimo dai suoi allievi.
Sto parlando di Virgilio Pitzalis che a me piace definire il maestro d’Italia. Ed è proprio a lui che ho avuto il piacere di porre la mia intervista, ma soprattutto l’onore di ricevere delle risposte sincere come la sua danza.

Ti seguo su fb e vedo che sei in continuo movimento, fisico e di luogo, la tua casa sono tutte le scuole di danza. Non posso chiederti dove vai con più piacere e dove con più sacrificio, mi interessa però sapere se ci sono scuole dove hai trovato un grado di formazione molto basso e capire il perché del motivo di differenza di preparazione che ci può essere tra una scuola e un’altra.
Si vado in molte scuole  e spesso la preparazione è diversa . Trovo allievi più preparati, indipendentemente dal nord o dal sud, nei piccoli centri , dove l’impegno è maggiore.
Nella grandi città spesso son tecnicamente meno preparati, penso dipenda dal fatto che assieme alla danza hanno un sacco di altre attivitá, equitazione. violino. piscina... E la danza diventa una delle tante . Poi dipende molto dal carisma, dalla preparazione e dall’esperienza dell insegnante. 

Quando tu svolgi la tua lezione ho potuto constatare di persona che sei molto coinvolgente, allegro, la tua lezione è una vera delizia, non ci si annoia con te e stimoli comunque moltissimo a dare il massimo. Quando finisci uno stage cosa ti da maggiore soddisfazione? E cosa invece ti delude?
Se son felice della classe è perche chi ha seguito la lezione si è veramente dato con l’anima oltre che con il corpo. Indipendentemente dal livello. Mi piace fare tanto, una lezione dalla a alla z. Tanti esercizi, adagi, diagonali, e spesso la cosa non piace, perchè gli allievi non sono precedentemente abituati a questo tipo di lezione e dunque si stancano in fretta. Questo un po' mi disturba. Ma penso di non dire nulla di nuovo. Ogni maestro conosce questo tipo di conflitto. 

Hai mai pensato a creare una tua compagnia di danza?
In passato, venti anni fa, quando avevo trenta  anni, anche io come tutti avevo la naturale ambizione e il desiderio di formare una compagnia, ma ci ho rinunciato subito. Son troppo pigro, troppo poco creativo e colto per poter sostenere un tale impegno. Non basta mettere assieme due passi con due musiche di archi per far coreografia . È solo un’ intuizione la mia, ma penso ci voglia molto molto di più. Solo in pochi possono permetterselo.
Preferisco dedicarmi alla formazione dove mi sento più preparato e per la quale ho studiato molto ..e ancora non smetto . E poi lasciamelo dire ho poca pazienza con chi si definisce professionista e poi in realtà non è in grado di fare quello che chiedo. Ecco dunque, lavorare con amatori o allievi in formazione lo preferisco . 

Da maestro di Italia, come io ti definisco, che consiglio ti sentiresti di dare agli insegnanti di danza?
Il consiglio che do sempre ai maestri che mi chiedono è che prima di aver la pretesa di insegnare danza contemporanea o moderna o classica, dovrebbero insegnare la postura, che certo si differenzia dal classico al moderno , ma almeno evitare di formare allievi troppo omologati allo stile del momento. Dico questo con forte convinzione, perché allievi che vedo sul palco con coreografie al limite del circo, poi a lezione non hanno una ben che minima conoscenza delle nozioni di base. E spesso stento a riconoscerli.

Come definiresti il tuo stile?
Lo definiscono jazz, alcuni alcuni modern. ..onestamente un ibrido. Oserei dire romantico.








martedì 3 aprile 2012

Ilenia Romano, una ballerina dal sapore siciliano



Ilenia Romano è una ballerina della Compagnia Zappalà Danza, l’ho vista ballare qualche giorno fa in Silent as… e mi ha emozionato. Una presenza scenica da fare invidia a chiunque, forte,  elegante, ma soprattutto energica.
E su di lei ho un aneddoto ben preciso da raccontare. Eravamo poco più che bambine quando in un gruppo di chiesa ci siamo improvvisate coreografe. Un giorno siamo rimaste io e lei da sole e ci confrontavamo i piedi e lei mi disse “guarda il mio, è da ballerina!”. Guardai il mio e capii che lei avrebbe fatto molta più strada di me. E infatti dopo il diploma delle scuole superiori dalla Sicilia si è trasferita a Roma e si è diplomata all’Accademia Nazionale di danza. Ma ha fatto molto di più. La sua forte passione, la sua determinazione l'hanno portata ad essere solista nelle coreografie di Adriana Boriello  e a far parte de “La Compagnia dell’Accademia Nazionale di danza” sotto l’egida di Pina Bausch, dove danza in coreografie di Jacopo Godani, Robyn Orlin, Ismael Ivo, Wayne McGregor.
Ed a lei che ho l’affettuoso piacere di porre la mia intervista.

Ilenia, hai già alle spalle un curriculum di tutto rispetto, hai interpretato tantissime coreografie, ma vorrei sapere da te se ce n’è una che danzando ti ha emozionato più di altre e perché.
Non esiste una coreografia che mi ha emozionato più di altre. Forse il contesto ha determinato uno stato di tensione più o meno alto prima di iniziare a danzare, ma l’Emozione è ben altra cosa. Ogni pezzo che ho interpretato mi ha aperto un mondo ogni volta diverso dunque emozioni dai colori e dalle sfumature sempre nuovi. Se non mi emozionassi ad ogni debutto o replica di spettacolo smetterei di danzare perché a quel punto non avrei niente da trasmettere al pubblico se non un semplice movimento meccanico.

Hai danzato per tanti coreografi, anche di fama mondiale, mi sapresti dire quale insegnamento morale hai tratto da ciascuno di essi?
Ho ricevuto due grandi insegnamenti da TUTTI i coreografi con cui ho lavorato: l’onestà e la generosità… Nel comunicare, nella creatività, nel condividere prove e scena con altri, nel danzare… e provo a ricercare questi modi di essere anche nella vita non illuminata da riflettori.

Qual è stato il momento più difficile della tua carriera?
Il momento più difficile che mi viene subito in mente riguarda il mio rapporto con un coreografo con cui ho lavorato anni fa: mi sottoponeva quotidianamente a una pressione fisica e psicologica enorme… e sostenerla ogni giorno per interi mesi non è stato semplice. Oggi in cuor mio ringrazio questo coreografo e spero di reincontrarlo un giorno per farlo personalmente… allora ero agli inizi e questa esperienza mi ha reso estremamente forte e determinata, pronta ad affrontare tutto ciò che è giunto dopo.

Ti ho vista ballare in Silent as…mentre balli quali sensazioni vorresti trasmettere al tuo pubblico?
Non parto mai dalla volontà di trasmettere qualcosa in particolare al pubblico. Se premeditassi rischierei di essere falsa nella mia danza e nella mia interpretazione. Mi lascio ispirare dalle tematiche che il coreografo ha proposto, dai suoi spunti e mi rendo canale di comunicazione… vivo il momento, rinnovandolo ogni volta. Lascio trasparire semplicemente ciò che scuote o accarezza la mia sensibilità e spero che ciò che provo arrivi almeno a una persona del pubblico. 

Quali sono i tuoi sogni per il futuro?
I miei sogni? Li tengo ben chiusi in un cassetto. Ora mi vivo fino in fondo ciò che ho… ed è quello che ho sempre sognato.






lunedì 2 aprile 2012

I wish I could believe you


Un coniglio gigante vomita lustrini e cinque addetti al palco cercano di distrarci per nasconderci qualcosa. Deve essere accaduta una tragedia e loro cercano di distrarci con…la leggerezza! presentandoci goffi numeri di magia, di contorsionismo, di tip tap…qualsiasi cosa pur di sorvolare sulla tragedia, su una congiura. Giochi di numeri, luci e suoni. Ironici e divertenti i cinque interpreti, ma sempre con l’unico obiettivo di distrarci. Ma ad un certo punto perdono di mano la situazione ed è in questo preciso momento che entra in scena l’incantevole Philippe Saire che interpreta…un folle? Beh, se la follia è la malattia di un sognatore, di un leggero sognatore, allora sì, era un folle che  sulla versione dolcemente francese di Paloma si lasciava andare a leggiadri balli, nonostante il suo meno leggiadro fisico.
Ed ancora i cinque interpreti cercavano quasi di voler giustificare quella vera leggerezza, con l’accondiscendenza, la rabbia ed infine la rassegnazione.

I wish I could believe you, uno spettacolo di teatro danza leggero ed emozionante , ma al contempo di riflessione. Bravissimi i cinque ballerini della Compagnie Philippe Saire, eccellente il coreografo e la sua interpretazione. Non un attimo di noia con i loro continui numeri e la loro piena padronanza di tutti gli spazi del palcoscenico con grande dinamicità.





A fine spettacolo il coreografo e i ballerini si sono resi disponibili per un incontro di domande e risposte con il pubblico, ma, ahimè, il mio dovere di mamma mi ha richiamato a casa immediatamente e purtroppo, con grande rammarico, non ho potuto assistere a questo incontro. Ho dovuto far prevalere il dovere alla leggerezza!
Recupererò un giorno, magari portando a teatro i miei figli!