venerdì 30 marzo 2012

Torino Danza Festival



Non so perchè, ma appena sento o leggo la parola festival mi si drizzano le orecchie e mi si illuminano gli occhi. Tanto da averci dedicato un'intera tesi di laurea. 
Tra i miei sogni c'era anche quello di riuscire ad entrare a far parte dell'organizzazione di qualche festival...di danza, ma non solo. Ed é proprio di un festival che vi voglio parlare. Oggi in particolare vi parlerò del Torino danza festival. 
Un festival vario e completo della durata di tre mesi e suddiviso in focus, esattamente quattro.
Il primo focus dedicato ai miti: Le centaure et l’animal, La commedia e Octopus.




Il secondo focus, italian dance platform , è dedicato alle compagnie italiane affermate e a quelle emergenti, una finestra sulla danza italiana attuale che vede nomi come la Compagnia Virgilio Sieni, Compagnia Zappalà Danza, Compagnia Stalk, Compagnia Alessandro Sciarroni e molti altri ancora.
E' come se in quei giorni dedicati alla danza italiana ci si fermasse a guardare la situazione italiana sulla danza contemporanea talmente è ampia e variegata la programmazione.



Il terzo focus è invece dedicato per due week end al circo contemporaneo. La magia, la fantasia e la dolcezza del circo che si interseca con la danza creando suggestioni visive e danzanti illusioni.





Il festival si conclude con un focus tutto al femminile. E anche qui non delude presentando nomi quali Maguy Marin, Compagnie Rosas, Rosas & Graindelavoix e Compagnie Karine Saporta.



Un festival insomma che veramente più che aprire, spalanca una finestra sul mondo della danza, soddisfacendo appieno i vari sensi contemporanei e affrontando altrettanto contemporanei temi. Un festival che, come presentato sul web, appare ben organizzato e soprattutto ben strutturato.
Non resta che andare a vedere l'edizione 2012...





Fonte foto e video: sito web Torino danza festival

martedì 27 marzo 2012

Aspettando OdetteOdile Investigations


Più passa il tempo e più mi appassiono alle coreografie che hanno un profilo psicologico di fondo, a quelle coreografie magari classiche, reinterpretate, non solo in chiave contemporanea, stilisticamente parlando, ma sotto la chiave della contemporanea società, ricavandone un profilo psicologico che si plasma con la cultura di oggi.
Quelle coreografie che mentre le guardi non cerchi  di capire solo la trama, ma cerchi un significato ben più lontano da un testo scritto e interpretato.
È  il caso delle coreografie di Enzo Cosimi e in particolare OdetteOdile Investigations che vedrò a metà Aprile.
Ben poco dell’originale Lago dei cigni. Due figure contrapposte, due personalità di oggi, una forte Odile, una più fragile Odette, il male contro il bene, che si intrecciano, si scambiano, ma tornano sempre ad avere la loro personalità. Spoglie dell’amore del principe che in questa coreografia non prende posto, perché non c’è posto per l’amore. Spoglie di emozioni. Ciniche. Asessuate.
In tutte le recensioni che ho letto si legge la frase “i cigni Odette e Odile, diventano perturbante incarnazione di un femminile che vede oggi la sua natura romantica iniettata di cinico glamour”.
Insomma, non vedo l’ora di immergermi in quest’ora di spettacolo e vi saprò raccontare le mie impressioni.
Adesso vado ad immergermi tra i pannolini dei miei bimbi.



domenica 25 marzo 2012

Silent as...Compagnia Zappalà Danza



Buio, pioggia, pioggia assordante, grandine, neve, silenzio.
Silent as…
Ce l’ho fatta! Ieri sera grazie all’aiuto importante dei miei genitori ho lasciato I bimbi nelle loro preziose mani e cure e sono fuggita in centro, nel cuore di Catania dove nasce la residenza della Compagnia Zappalà danza.
Sono ritornata in quel luogo dopo esattamente sei anni. Ed è stato già emozionante rimettere piede là dentro, in quel posto che mi ha regalato sei mesi di sogni.
Lo spettacolo, Silent as…non ha deluso le mie aspettative. Un inizio suggestivo a livello visivo, nel buio assoluto, e uditivo con la pioggia scrosciante.
Ed eccoli lì comparire dal buio i sette ballerini che per un’ora e venti minuti mi hanno accompagnato in un percorso di emozioni e sensazioni attraverso il silenzio. Morbidi e soffici come la neve, silenziosi e ansimanti, dolorosi e rumorosi. Energici ed eleganti.
Per la prima volta non mi sono concentrata su movimenti e suoni, ma su  ciò che i  loro  corpi mi hanno evocato: morte, dolore, silenzio, sollievo, forza.
Uno spettacolo unico nel suo genere, se un suo genere esiste.












venerdì 23 marzo 2012

Le Supplici: intervista a Fabrizio Favale



Devo essermi persa qualcosa negli ultimi anni. Tra giornali per mamme, forum al femminile e il pediatra ti consiglia, ho distolto l'attenzione dal mondo della danza. Anche quando questo mondo era dietro la porta.
Vi parlo infatti di un'altra compagnia la cui residenza è a Bologna. A Casalecchio di Reno per la precisione, al Teatro Testoni per essere ancora più precisi, volutamente precisa perchè nel 2009 ho ballato proprio in quel teatro e non sapevo che lì respirava Le Supplici, compagnia di danza diFabrizio Favale.
Per puro caso ho letto un articolo che lui ha scritto sulla scarsa programmazione in Italia della danza nei teatri e da lì è iniziata la mia ricerca su di lui e sulla sua compagnia e non riuscivo più a fermarmi perchè ogni sua produzione stimola a cercare altro, altro e ancora altro.  La mia curiosità su Fabrizio Favale è cresciuta a tal punto che ho pensato di fare direttamente a lui alcune domande e lui molto gentilmente mi ha subito risposto, di getto, proprio come mi ha detto lui e adesso aspetto solo di vedere la sua compagnia ballare, magari qui in Sicilia!

Fabrizio, tutto ruota attorno alla Natura. I tuoi lavori nascono più che dalla Natura, in simbiosi con essa. Tanto da essere realizzati in loco, come nell'ultima tua produzione  Isolario, e nello specifico nelle isole Egadi. Mi incuriosisce la scelta delle Egadi e soprattutto in che modo percepisci la natura, la incorpori e infine ne fai movimento fino a crearne una coreografia.
Non so se i miei lavori nascono dalla natura. Fatto sta che tento d'interrogarmi su ciò che vedo e anche su ciò che non vedo e che immagino, quindi. Diciamo che il paesaggio mi attrae moltissimo e anche i suoi abitanti... mi ipnotizza quasi. Questo accade perché per me il paesaggio è sempre intessuto di visibile e invisibile. Tutte le forme sono parlanti, dicono di sé. E il corpo (umano) nella sua fragilità e permeabilità, in maniera quasi shamanica, può dire di sé, ma anche dire altro da sé. Da bambino ero convinto che potevo entrare nelle forme dei miei animali prediletti, che potevo diventare loro... Sarò guarito? Le Egadi le ho scelte per due ragioni: una è che mi piace che un lavoro venga permeato e modellato da qualcosa che non è previsto su carta o dal concetto. L'altra è che una coreografia pone sempre la richiesta d'essere collocata in un paesaggio, o chiede d'essere una connessione fra più paesaggi, e le isole Egadi sono allo stesso tempo lontane e esotiche (perché sono isole) e vicine (perché sono italiane e aspre d'una asprezza ormai rarissima).


Ho visto le date della  vostra tournée, sorprendentemente tutte all'estero. Un ricamo fatto sul nulla, la tua precedente produzione, ha avuto un successo planetario. 
Da Bologna al Nepal, Filippine, Messico, Germania, perchè però poche, quasi nulle, le date in Italia? 
Sul successo planetario non esagererei. Sul fatto che siamo all'estero e poco in Italia lo prendo come un dato. Non saprei. Forse in Italia non è il mio lavoro a non circuitare, ma tutti. Quando vedrò in giro una programmazione decente di spettacoli di danza e dovessi vedere che manco solo io, penso che inizierei a chiedermi perché...


Imponente la produzione in più atti della durata di tre anni che prende spunto dai racconti indiani contenuti nel Mahabharata. Oltre che imponente soprattutto audace, vista la lontananza dalla nostra cultura. Cosa ti ha portato a questa scelta?
Il lavoro stesso. Guardando la mia produzione di quegli anni, mi sono improvvisamente reso conto che le coreografie non stavano parlando di qualcosa di vicino, ma di qualcosa che aveva a che fare con una proliferazione d'immagini, con una possibilità d'attraversamento delle forme estranea alla nostra cultura. Ho ritrovato qualcosa di simile leggendo i testi indiani. Non credo d'averli mai capiti, ma forse li ho scelti per lo stesso motivo per cui non capivo le mie coreografie. Penso che la danza possa permettersi questi salti sull'Atlante geografico, perché, in realtà, India o Europa che sia, non narra delle cose del mondo.


E infine vorrei chiederti quando è nata l'idea o meglio, l'esigenza, di dar vita ad una tua compagnia e da dove deriva il nome Le Supplici?
Anche quando ho interpretato coreografie di altri, ho sempre sentito l'esigenza di dire qualcosa, anche se non sapevo (e molto spesso non lo so ancora) cosa. Le Supplici nasce come una sigla che racchiudeva diversi miei collaboratori degli inizi. Dà il nome a due tragedie greche omonime, rispettivamente di Euripide e di Eschilo. Ma non le ho mai lette.







Fonte immagini e video sito web Le Supplici

lunedì 19 marzo 2012

Jeni Dance Company



È come un fiume in piena la coreografa della compagnia di cui oggi voglio parlarvi, un fiume che straripa energia ed emozioni. Parliamo della Jeni Dance Company, niente popò di meno che la compagnia in cui anche io per un breve periodo ho fatto parte e per la quale, quindi, provo un affetto particolare.
La Jeni Dance Company prende nome dall’omonima coreografa messinese, adottata da Bologna, Paola Jeni, e nasce nel 2009 dalla voglia della stessa e degli allievi della sua scuola di danza, Arabesque, di dare vita ad uno spettacolo creato su misura per i ballerini che ne prendevano parte e che uscisse fuori dal circuito dei classici e spesso lunghi e, per molti genitori, noiosi saggi di danza.
Nasce così il primo spettacolo Impulsi Armonici, un titolo contraddittorio che nasce dal contrasto tra movimenti ritmici ma armoniosi allo stesso tempo, accompagnati da musiche energiche e proiezioni sullo sfondo che immergono il pubblico in novanta minuti di suspance.
Continua la loro produzione con Liberamente nel 2010, Il Cerchio della Vita nel 2011 e il prossimo in programma il 1 Aprile 2012 presso il Teatro Manzoni a Bologna, città sede della compagnia stessa, il cui titolo è 4 Seasons.  
Ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con Paola per dieci lunghi anni e so bene quanta passione mette nel suo lavoro, tutte le sue energie sono per la danza ed inevitabilmente i risultati sono sempre sorprendenti.
Sono riuscita a rubarle venti minuti del suo tempo per farle un’intervista e nelle sue parole emerge il puntuale, energico, emozionante e passionale lavoro compiuto nel corso di questi anni.

Paola, come si è evoluto il tuo concetto di danza all’interno della compagnia nel corso di queste 4 produzioni?
Ho sempre considerato la danza come la mia forma di espressività...la danza nelle 4 produzioni è vista sempre più come mezzo per comunicare uno stato d'animo, un'emozione, un sentimento. Ovviamente la tecnica è essenziale e senza quella e senza una conoscenza profonda del proprio corpo, non ci si riesce a lasciarsi andare e ad abbandonarsi alle emozioni!
Emozionarsi significa emozionare gli altri...io sono sempre alla ricerca di emozioni vere... non voglio recitare o interpretare mentre danzo, ma provo a sentire e trasmettere quello che sento!

Dopo le tre produzioni di cui abbiamo parlato sopra come sei arrivata all’idea di voler produrre uno spettacolo dal titolo 4 Seasons?
La produzione di 4seasons è nata da un bisogno di accostarsi alla natura per trovare la propria dimensione. Oggi siamo troppo immersi nella tecnologia e ci stiamo allontanando dalla natura. Siamo spesso 'costretti' dalla razionalità, e spesso non riusciamo a lasciarci trasportare dall'istinto, dall'impulso, dalla passione.
I nostri corpi si fondono con la natura...i capelli diventano fronde di alberi, i rami le ossa; dalle orecchie sentiamo il rumore del mare, e le onde sono il nostro giaciglio.
Inspiriamo sole, espiriamo sale. Dai nostri occhi scoccano lampi di luce, e sentiamo il cuore battere come un tuono che squarcia il silenzio che prima imperava. Nelle vene scorrono i lunghi fiumi che attraversano le pianure del petto, cascate sgorgano dagli occhi quando proviamo dolore, e la gioia è il cinguettio che le nostre labbra cantano.

Quale sarà quindi la caratteristica predominante di questo spettacolo?
La caratteristica principale dello spettacolo è la ricerca dell'armonia, dell'eternità e di una vita senza tempo! Il tempo è infinito perchè fine e partenza coincidono: estate, autunno, inverno, primavera, estate, autunno, inverno, primavera e ancora estate, autunno, inverno e primavera. E’ un’armonia senza tempo. Così l’infinito fa parte di noi, noi diventiamo eternità, noi siamo il passato, il presente e il futuro; attraverso i corpi il movimento infinito diventa bellezza, arte, armonia. E come diceva Foscolo: “L’armonia vince di mille secoli il silenzio”.

Dove trovi la tua ispirazione ogni giorno?
Non so dove trovo la mia ispirazione ogni giorno!
Forse è la musica o forse è il corpo dei miei ballerini che mi parla!o forse è il mio bisogno di comunicare
!

Quali saranno i vostri prossimi appuntamenti?
Adesso stiamo pensando al debutto dell'1 di aprile al Teatro Manzoni di Bologna.
Pensiamo di partecipare ai concorsi per le giovani compagnie. Stiamo organizzando un concorso ed uno spettacolo a San Pietroburgo.e poi chissà...vedremo!

A seguire immagini dei loro precedenti spettacoli...










lunedì 12 marzo 2012

In fondo sono un pò Giulietta!

Volevo essere Giulietta nasce proprio dalla mia voglia di voler interpretare Giulietta fin da bambina. Già all'asilo giocavo a Romeo e Giulietta e non so perchè a me facevano fare sempre Romeo. Crescendo ho imparato a memoria il film Romeo e Giulietta di Zeffirelli e durane le lezioni di danza ho sempre desiderato interpretare il personaggio di una storia tanto romantica quanto tragica, quale appunto sempre lei, Giulietta.
Fin da quando ero ragazzina che colleziono riviste di danza appassionandomi sempre più alla critica. Beh, quale modo migliore di iniziare a criticare se non proprio da un blog!
Volevo essere Giulietta non sarà mai un blog professionale sulla danza, ma solo il mio modesto punto di vista, sempre che riesca a trovare un pò di tempo tra una coccola e l'altra che quotidianamente dono ai miei due cuccioli (di uomo).